Questo viaggio è stato il primo on the road oltre oceano della mia vita. Sento ancora forti le emozioni contrastanti che hanno caratterizzato i giorni antecedenti la partenza. Quel misto di eccitazione e ansia: la voglia matta di esplorare un mondo ancora sconosciuto si mescolava a quella leggera agitazione che caratterizza sempre la notte prima di prendere un volo oltreoceano.
Una vacanza… anzi meglio “un’avventura” indimenticabile, che merita di essere raccontata.
Pronto a partire con me in terra messicana?
Prima tappa: Cancun (Quintana Roo)
Il nostro viaggio nella penisola dello Yucatan inizia da Cancún, una città molto caotica, traffico ovunque, mercati in ogni dove, locali per procacciarsi cibo e bevande di ogni tipo. Appena arrivati, un po’ stralunati dal jet lag, abbiamo esplorato le “calles” della città, affascinati dalla movida che si respira a ogni ora e in ogni angolo, non solo dopo il tramonto.

Durante i due giorni di sosta a Cancún abbiamo scelto due escursioni che abbiamo sognato mesi e mesi prima della partenza:
Prima tappa: esplorare Isla Contoy, un paradiso immerso nella natura più selvaggia, dove i colori del Mare dei Caraibi ti esplodono nel cuore.
Questa isoletta, a nord della regione dello Yucatan , è raggiungibile esclusivamente con tour organizzati ed è assolutamente vietato utilizzare creme solari sulla pelle per preservare l’ecosistema e non inquinare l’oceano.
Seconda tappa: fare snorkeling e nuotare con gli squali balena. Amiamo molto la vita subacquea, il nostro sogno nel cassetto è sempre stato prendere il brevetto da sub e esplorare i fondali del mondo. (Prima o poi ce la faremo, mai scoraggiarsi!)
Seconda tappa: Isla Holbox
Il secondo paradiso incontrato lungo il nostro on the road è un’isola caratterizzata da spiagge caraibiche e natura incontaminata. Un mare cristallino e tanto tanto snorkeling.

Sull’isola non esistono strade asfaltate, niente auto, né mezzi di trasporto a motore. Solo biciclette… ma quelle adorabili con il manubrio largo anni ’90, che abbiamo noleggiato per esplorare l’isoletta in lungo e in largo.
Di Isla Holbox ho solo un ricordo “negativo” che è diventato parte integrante del mio viaggio on the road: l’incontro con la maledizione di Montezuma. Non mi soffermerò molto sui dettagli, vi dico solo che il mio menu per il resto del viaggio è stato di: Riso, pollo, pesce bianco, latte di cocco e tanta frutta. (Addio agli assaggi di cibo tipico messicano, quelli li ho lasciati a Carlo, il mio compagno di vita che ama molto il piccante)
Terza tappa: la Riserva Naturale di Kantemo
Una vera e propria avventura nella Cueva de las serpientes colgantes.
Dopo esserci attrezzati con mountain bikes, elmetti e torce, partiamo alla scoperta della Riserva Naturale di Kantemo. La prima tappa di questa escursione è proprio la Cueva de las Serpientes Colgantes. Con tanto di imbragatura ci siamo calati in una grotta buia e umida, circondati da pipistrelli e serpenti. Carlo è stato più coraggioso di me e si è addentrato con la guida locale in un piccolissimo antro, strisciando accanto ai serpenti. Io ho deciso che l’avrei aspettato fuori in dolce compagnia (…degli amici pipistrelli).
Dopo aver sfidato la paura nella Grotta dei Serpenti, ancora con l’adrenalina a mille, abbiamo raggiunto il luogo dove avremmo passato la notte: sospesi su delle amache nel cuore della Riserva. Ma prima di dormire ci aspettava un giro nella palude in canoa alla ricerca dei coccodrilli, che probabilmente erano anch’essi troppo stanchi per farsi vedere da noi turisti curiosi.

Senza aver avvistato nulla, raggiungiamo l’accampamento e crolliamo in un sonno così soddisfacente e ricco di avventure appena passate.
Piccolo aneddoto: Abbiamo circondato il nostro accampamento di sale. Secondo la guida che ci accompagnava, il sale tiene lontani eventuali insetti, come tarantole e ragni di ogni tipo. Non abbiamo avuto modo di verificare l’efficacia di questo metodo perché abbiamo dormito come sassi fino alle 6 della mattina seguente, quando la prima luce dell’alba e il rumore degli animali mattinieri ci hanno svegliati.

Quarta tappa: Valladolid, Chichén Itzà e altre rovine Maya
Il nostro viaggio on the road continua nel cuore della regione dello Yucatan per scoprire la vera essenza della storia messicana.
Prima breve tappa a Valladolid, una delle mie città preferite, dove abbiamo avuto modo di scoprire i Cenotes, grotte calcaree che si sono formate nel corso dei secoli, caratterizzate da acqua dolce e correnti sotterranee di chilometri e chilometri.

Dopo un tuffo in uno dei suoi meravigliosi cenotes, salutiamo Valladolid per andare alla scoperta di una delle sette meraviglie del mondo: Chichén Itzà.
Fantastico sentirsi così piccoli vicino a opere di tale immensità, storia, mistero e culto.
Chichén Itzà è un luogo davvero magico, ma allo stesso tempo è diventato troppo turistico e, in alcuni periodi dell’anno, troppo affollato. Così, sotto il sole cuocente e con in mano un ghiacciolo alla frutta, ci dirigiamo verso un sito meno conosciuto ma altrettanto magico e misterioso: Ek Balam (Giaguaro nero). Dopo aver scalato 32 gradini per arrivare in cima all’Acropoli, davanti agli occhi si apre un paesaggio mozzafiato: l’immensità del verde delle foreste tropicali messicane. Tutta la fatica viene ampiamente ripagata.
Siamo arrivati a metà di questo magico On the Road… sei pronto a continuare questo viaggio con me?
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